Il riposo lungo in cabina adesso è illegittimo in tutta Europa

Nel mese di luglio 2014 il governo francese, seguendo l’esempio del Belgio, aprì il “vaso di Pandora” approvando una legge che andava a proibire il riposo settimanale di 45 ore in cabina. Tale comportamento ha quindi iniziato a costituire reato, punibile con sanzioni che possono arrivare fino ad un anno di prigione e a multe fino a 30mila euro.

Il dibattito si è rapidamente esteso a tutti i paesi europei, ma sono state le principali associazioni spagnole a lottare contro questo provvedimento, presentando ricorso alla Commissione europea. Gli iberici erano infatti convinti che la Francia, con il pretesto di lottare contro il “dumping sociale” per garantire condizioni di lavoro degne agli autisti, stesse invece cercando di blindare il proprio settore del trasporto, andando ad interferire con gli accordi internazionali sulla libera circolazione delle merci.

Dopo alcuni anni di polemiche, e dopo l’approvazione di decreti similari in Germania, Regno Unito e Paesi bassi, la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è pronunciata in merito, facendo rimbalzare il tutto dalle aule del tribunale del Consiglio di Stato belga dove un’azienda aveva presentato ricorso perché convinta dell’illegittimità di tale normativa. Prima di arrivare a parlarne approfonditamente, tuttavia, è molto importante capire gli antefatti che hanno portato a questa situazione.

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Il riposo lungo in cabina di 45 ore è stato dapprima proibito in alcuni paesi europei per combattere il «dumping» sociale

Che cos’è il riposo settimanale regolare?

La normativa che regola i tempi di conduzione e di riposo indica che, prima che vengano portate a compimento 6 giornate di lavoro consecutive della durata di 24 ore, si debba fare un riposo settimanale. Questo può essere di durata regolare o ridotto: il primo prevede per legge che si ottemperi ad un un periodo di riposo di 45 ore, mentre per quanto riguarda il secondo la durata non può essere inferiore alle 24 ore.

All’interno di due settimane lavorative alla conduzione del proprio mezzo l’autista è obbligato a portare a termine due periodi di riposo normali oppure uno normale ed uno ridotto, recuperando le 21 ore rimanenti prima di concludere la terza settimana lavorativa.

Riassumendo:

Tempo di guida quotidiana 9 ore;

È consentito guidare 10 ore due volte la settimana

Tempo di guida ininterrotta 4 ore e 30 minuti
Tempo di guida settimanale 56 ore
Tempo di guida nel corso di due settimane consecutive 90 ore
Riposo quotidiano 11 ore;

È consentito riposare 9 ore tre volte la settimana*

Riposo settimanale regolare 45 ore
Riposo settimanale ridotto 24 ore

*Gli autisti non potranno concedersi più di tre periodi di riposo quotidiano ridotto all’interno di due periodi di riposo settimanale. La possibilità di fare due giornate di più di 9 ore di guida (comunque senza superare le 10 ore) esiste ogni settimana (dalle 00:00 di lunedì alle 24:00 di domenica), tuttavia i periodi di riposo quotidiano ridotto si calcolano all’interno di due riposi settimanali dell’autista.

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La qualità della vita e la sicurezza stradale aumenteranno con l’introduzione del divieto di riposo lungo in cabina

Qual è l’obiettivo di queste misure?

I paesi che hanno introdotto questo divieto lo hanno giustificato per ragioni socio-economiche o per motivi di sicurezza stradale, poiché ritengono che dormire all’interno della cabina del mezzo non sia idoneo né degno per l’autista. Inoltre, riposando in un luogo non adeguato, l’autista non potrebbe davvero recuperare le energie ed eliminare lo stress di una giornata trascorsa a condurre il proprio veicolo, aumentando di conseguenza i pericoli ed i rischi al volante dovuti alla fatica.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è che queste misure vengono adottate per arginare la concorrenza sleale che esercitano le aziende di trasporto che hanno delocalizzato la propria attività e che mettono sotto contratto manodopera straniera, principalmente nei paesi dell’Est. Queste costringono gli autisti a lavorare in modo precario e a trascorrere le loro intere giornate all’interno del camion, passando periodi molto lunghi lontani da casa.

Sanzioni previste per il riposo settimanale in cabina in Europa

Laddove i datori di lavoro non offrano le condizioni per portare a termine il riposo settimanale previsto dalla normativa, sono previste le seguenti sanzioni. L’autista non ha responsabilità, fatta eccezione per le sanzioni comminate in Germania e nel Regno Unito, e non inficia il lavoro dei lavoratori autonomi a meno che non ricoprano contemporaneamente il ruolo di datori di lavoro.

Paese Sanzione
Francia €750 nel caso di una prima sanzione

In caso di reiterazione del reato:

Multa fino a €30.000 e 1 anno di carcere

Belgio €1.800
Germania Sanzione di €1.500 per l’azienda

Sanzione di €500 per l’autista

Regno Unito £300

Interdizione per l’autista

Comunicazione alle autorità competenti in materia di licenze degli estremi dell’azienda che ha commesso il reato

Olanda €1.500

Ora, una volta riassunto tutto quello che è avvenuto finora, è tempo di analizzare in che modo si sia espressa la Corte di Giustizia in merito.

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La Corte di Giustizia europea ha decretato che il riposo settimanale lungo in cabina è a tutti gli effetti proibito

La decisione della Corte di Giustizia europea

La Corte si è pronunciata ricorrendo, come base, al Regolamento CE nº 561/2006, dove viene vietato di effettuare a bordo del veicolo il periodo di riposo settimanale regolare, mentre sono consentiti il riposo settimanale ridotto ed il riposo quotidiano. Pertanto gli autisti dovranno obbligatoriamente realizzare il riposo settimanale regolare in aree appositamente adibite.

Tale decisione viene giustificata dal fatto che il Regolamento faccia specifico riferimento alla possibilità di trascorrere in cabina i periodi di riposo giornaliero e settimanale ridotto, ma non cita quelli di riposo regolare, che vanno pertanto esclusi. La Corte di Giustizia europea ha quindi richiesto esplicitamente agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per rispettare la normativa, lasciando libertà ad essi di stabilire quali saranno le sanzioni corrispondenti nel caso di mancato adempimento.

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