Che cosa sta cambiando nelle novità legislative europee che riguardano il trasporto?

L’allargamento a 28 paesi dell’Unione europea ha portato a numerose nuove situazioni dalla complicata gestione. Tra i settori maggiormente coinvolti troviamo senza dubbio quello del trasporto, dove le novità legislative non sono ancora terminate.

Gli ultimi cambiamenti riguardano infatti quelle che, a detta di molti, sono le cinque tematiche principali ancora irrisolte nel mondo del trasporto: l’adozione di leggi che riguardano il salario minimo ed il cabotaggio, l’obbligo dei nuovi registri elettronici, l’adozione di nuovi standard di peso e di dimensione e una regolamentazione del riposo in cabina.

Per “salario minimo” si intende la più bassa remunerazione oraria, giornaliera o mensile che, in alcuni stati, i datori di lavoro garantiscono per legge. Non esiste una legge ufficiale a livello europeo, perciò ogni stato membro è libero di adottarne una. Per il settore del trasporto questo ha comportato l’introduzione di questo tipo di leggi in Germania, Francia (la famosa Ley Macron) e, di recente, una proposta simile è stata fatta anche in Austria.

La Commissione europea non si è mai dichiarata contraria a questo genere di normative, tuttavia ha il diritto di analizzare ogni proposta di legge e valutarla. Per questo motivo la legge contro il dumping sociale e salariale austriaca è stata bocciata, in quanto avrebbe creato una sproporzione eccessiva nei confronti della libera prestazione di servizi, poiché sarebbe stata applicata a tutte le operazioni di carico e scarico merci nel territorio della repubblica alpina.

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La tematica del salario minimo tuttavia è stata introdotta proprio al fine di limitare la concorrenza sleale da parte di imprese e autotrasportatori stranieri, per impedire loro di fornire prestazioni lavorative ad un prezzo di mercato decisamente inferiore. Il “cabotaggio” è quell’attività che prevede il trasporto merci all’interno di un altro paese comunitario, diverso da quello dove ha sede l’azienda che lo effettua. Al momento attuale è in discussione una riforma della legislazione che andrà a coinvolgere numerosi aspetti dell’attività di trasporto merci, tra le quali proprio il cabotaggio, le ore di guida e di riposo e l’accesso alla professione.

Verrà proposto di liberalizzare questa attività ma di limitarla a soli cinque giorni. Al momento attuale, infatti, sono consentiti tre viaggi in un periodo di sette giorni. Verrà vietato il riposo lungo in cabina, introducendo a livello europeo una disposizione che segue a ruota le leggi nazionali di Francia, Belgio e Germania, che hanno recentemente proibito questa pratica. Infine, i requisiti per poter accedere alla professione saranno irrigiditi per tentare di limitare il crescente numero di imprese fantasma.

Altre importanti novità si possono leggere per quanto riguarda l’introduzione, obbligatoria in tutti gli stati membri, di un Registro elettronico nazionale. Reso vincolante a partire dal 2016, questo strumento consente di creare una banca dati di tutte le imprese di trasporto europee, connettendo tutti i registri nazionali per poter verificare con più semplicità le imprese di trasporto merci su strada e di migliorare l’adozione delle normative, con particolare attenzione alle infrazioni commesse sulle strade europee.

Non ultime, le modifiche che riguardano il peso e le dimensioni dei veicoli. In Svizzera, il Consiglio federale ha deciso di adeguare i propri standard a quelli europei per quanto riguarda i pesi e la lunghezza massimi di alcuni veicoli. Ad esempio, è stata estesa la lunghezza massima di 15 cm dei veicoli che trasportano container di 45 piedi nel traffico combinato ed è stata aumentata di 1 tonnellata il peso massimo per autocarri e semirimorchi, a due e a tre assi. Queste modifiche entreranno in vigore nei prossimi giorni, a partire dal 7 maggio 2017.

2 comments

  1. Piu che parlare di salario minmo si deve parlare di costi minini per singolo trasporto per tutelare sia gli autisti che i trasportatiri,e sopratutto per viaggiare in sicurezza.poi attivare un piano per fare formazione per i giovani coinvolgendo le aziende. Ce tando che si puo fare ma siamo molto in ritardo .nicola fici

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