Vita da camionista: vi raccontiamo l’European Truck Festival

La vita del trasportatore non è facile, questo è un dato di fatto. Eppure, a volte, può essere divertente. Ve lo confermiamo dopo lo scorso fine settimana, trascorso nell’autoparco Brescia Est. Wtransnet, infatti, ha partecipato all’European Truck Festival, evento di punta per gli appassionati del settore, le aziende di trasporto e, soprattutto, gli autisti.

L’8 e 9 settembre scorsi il parcheggio vicino Brescia ha aperto le porte a più di 150 camion, circa 25.000 persone e numerosi stand espositori, tra i quali l’azzurrissimo stand Wtransnet Italia, che ha fatto molto parlare di sé grazie ai gadget, le sorprese e la pista di camion slot firmata Tuttoslot che ha attratto l’attenzione di grandi e piccini.

Tra gare di stuntman, cavalli meccanici da cavalcare, l’allegria della musica di Hey DJ Radio e una pausa pranzo con l’imbarazzo della scelta tra i vari truck food presenti all’evento, le due giornate sono volate via liscie come l’olio.

Nell’aria ricca di sapori, odori, musica e voci dell’European Truck Festival abbiamo avuto il piacere di conoscere Natale Corallino, trasportatore calabrese dal 2007, che ci ha raccontato la sua storia.

 

Mi chiamo Natale Corallino, faccio il trasportatore dal 2007, sono nato a Crotone ma lavoro in provincia di Brescia. Ho 14 camion e mi muovo tra Lombardia, Veneto e Piemonte. Ho provato per un mese alcune tratte internazionali, ma non ne valeva la pena.

 

Perché hai scelto di fare il trasportatore?

In famiglia nessuno faceva questo mestiere, ma io avevo la passione per i camion e ce l’ho messa tutta per realizzare il mio sogno. Ho iniziato con un solo camion ed ora ne ho 14.  Non è facile però, perchi sceglie questo lavoro: bisogna avere pazienza, costanza e forza di volontà. Sinceramente credo che quello che manca in questo mondo è il rispetto per la professione: capita troppo spesso di arrivare in azienda e non ricevere nemmeno un “Buongiorno” di benvenuto, di dover aspettare ore prima di poter scaricare il camion etc. Sono sempre meno gli uomini e le donne che scelgono di fare questo lavoro anche per questo. Eppure nelle aziende, ma anche tra coloro che non sono del settore, manca la consapevolezza che se noi non lavoriamo, se si ferma il trasporto, si ferma tutto. I supermercati si svuotano, la merce non arriva a destinazione, gli eventi non si portano a termine.

 

E tu come fai a sostenere lo stress?

Oltre ad essere un trasportatore, a gestire la mia azienda e, quando serve, a guidare il camion per le consegne, sono un culturista. Le mie giornate, quindi, si svolgono tra azienda e palestra, seguendo uno stile di vita sano, curando fino ai minimi dettagli la mia alimentazione e cercando di essere sempre la massimo. A volte capita di perdere il ritmo, ma se sei in questo mondo hai bisogno di costanza e forza di volontà, altrimenti lo stress prende il sopravvento.

 

Cosa consiglieresti, dunque, a un bambino che voglia seguire la tua strada?

Per lavorare nel mondo dei trasporti devi essere veramente un appassionato e avere tanta pazienza. Non si tratta solo delle difficoltà che tutti possiamo immaginare, a stare in strada per giorni magari lontani dalla propria famiglia. Purtroppo c’è tanta mancanza di rispetto, tra gli operatori del settore e non.

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